Catania, “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”

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Voci unite contro la violenza di genere attraverso la legalità e la giustizia, la moda e la bellezza, l’arte e la creatività. Sono le voci della GenerAzione RiBELLE che Salvo Filetti, hairdesigner e direttore artistico del gruppo Compagnia della Bellezza, e Viviana Santanello, regista dell’evento, hanno messo insieme per un importante momento di confronto – organizzato in collaborazione con il Centro Antiviolenza Thamaia Onlus – che si terrà sabato 25 novembre, dalle 9.30 alle 13, al JoyHub in via Scuto Costarelli 26, Catania.

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L’occasione è, naturalmente, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che vedrà scendere in campo professioniste di vari settori che insieme proveranno a dare un nome alle diverse sfumature che la violenza di genere assume nella nostra quotidianità.

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«Cos’è la violenza? – domanda Filetti – è violenza fisica, sessuale, psicologica, ma anche economica e sociale. Un insieme di abusi, comportamenti, parole, omissioni che danneggiano e limitano la libertà individuale, spesso con un significato subdolo. Conosco le donne – aggiunge – mi impegno ogni giorno per valorizzarle e credo nella forza della bellezza come mezzo di espressione e libertà».

Tanti i momenti all’interno dell’evento “GenerAzione RiBELLE – Voci unite contro la violenza” in cui si proverà a guardare da tutte le angolazioni questo tema, insieme a tanti talenti ribelli. Tra questi la cantantessa Carmen Consoli, ma anche esperti giuridici, sociali e creativi che attraverso punti di osservazione differenti declineranno le varie forme di violenza di genere.

Durante la prima tavola rotonda Rosa Alba Recupido, presidente della terza sezione tribunale penale Catania, Nunziella Di Fazio, direttrice della Casa Circondariale Piazza Lanza, Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia Onlus che dal 2001 cerca di  favorire una migliore qualità della vita delle donne e dei minori che vivono condizioni di violenza e maltrattamento familiare, e Simonetta Murolo, presidente del Cpo Odcec di Catania, discuteranno di “Legalità e giustizia” e dell’importanza di una collaborazione tra diversi settori (giudiziario, legislativo, penitenziario, forze dell’ordine, associazioni) per sviluppare una nuova cultura di prevenzione, educazione all’affettività e rispetto reciproco, superando vecchi stereotipi e promuovendo la coesistenza tra generi diversi.

Per la seconda tavola rotonda, “Donne e talento ribelle”, tre donne di diverse generazioni – la chef Valeria Raciti, l’imprenditrice Sarah Spampinato e la story editor  Maddalena Filetti – racconteranno coadiuvate dallo psicologo Salvo Noè il modo in cui il loro talento ribelle ha infranto gli stereotipi di genere, contribuendo alla promozione dell’uguaglianza e alla lotta contro la violenza sulle donne nell’industria cinematografica, nella cucina e nell’imprenditoria.

La terza tavola rotonda porrà l’accento su “Arte e moda/bellezza” non solo come settori focalizzati sull’estetica, ma come potenti strumenti di cambiamento sociale, empowerment e lotta contro la violenza di genere. Ne parleranno Carmen Consoli e Salvo Filetti, interpellando anche la stylist delle star Susanna Ausoni.

A vivacizzare i due momenti di confronto saranno le domande visionarie del docente universitario Rosario Faraci e della scrittrice Elvira Seminara.

«Mi rivolgo a talenti ribelli per guardare attraverso i loro occhi questa problematica e avere punti di vista differenti – spiega Salvo Filetti che, sempre più impegnato nel sociale, la scorsa estate è stato protagonista di una campagna solidale a fianco di Humanitas -. L’obiettivo è anche avere degli uomini che possano ascoltare, offrire le loro riflessioni e prendere posizione in modo chiaro. È questo il punto che mi turba maggiormente. Si parla spesso di donne a difesa delle donne, ma sarebbe utile che tanti uomini prendessero l’iniziativa per contenere queste situazioni. Lavoro tutto il giorno con le donne, ho imparato ad ascoltarle. Sono consapevole della forza che può avere la bellezza come mezzo di espressione, autostima, identità e libertà, basti pensare al taglio di capelli che è diventato un segno di ribellione in Iran. Mi sento chiamato in causa e non posso stare zitto di fronte a una problematica che interessa, e deve interessare, tutte e tutti».

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